Il palazzo del futuro? È smart! Non si tratta dell’ennesima buzzword applicata a uno specifico settore. Gli smart building rappresentano la naturale evoluzione degli attuali edifici e chi ha già avuto modo di entrare in uno di questi moderni complessi ha potuto toccarne con mano i vantaggi.
Alcuni sono evidenti a tutti: luci che si accendono e si spengono automaticamente, sistemi di prenotazione digitali, anche tramite smartphone per gli spazi comuni, riscaldamento e raffreddamento che si adattano automaticamente al numero di persone presenti in una stanza.
Altri vantaggi, invece, non sono immediatamente visibili, ma si notano sulle bollette, in primis, poiché grazie alla tecnologia è possibile gestire in maniera più efficiente condizionatori e sistemi di riscaldamento, riducendo gli sprechi e ottimizzando l’uso di energia.
Lo stesso vale per l’illuminazione: se ci sono stanze vuote, il sistema di gestione provvede automaticamente a spegnere le luci, riducendo i consumi e, di conseguenza, le bollette. Anche l’energia generata dai pannelli fotovoltaici viene gestita al meglio, minimizzando la necessità di utilizzare quella proveniente dalla rete elettrica.
Come funziona uno smart building?
L’automazione è entrata da anni negli edifici. Pensiamo ai sensori di movimento, che attivano le luci al passaggio delle persone e le spengono dopo alcuni minuti, o ai sensori crepuscolari, che attivano l’illuminazione esterna solo dopo il tramonto. Si trattava però di sensori poco “intelligenti”, poiché erano sconnessi e quindi non comunicavano fra loro.
Con il diffondersi delle soluzioni di connettività, questi dispositivi si sono evoluti e possono essere orchestrati da un sistema intelligente capace di raccogliere tutte le informazioni relative all’edificio e controllare ogni sistema, che si tratti dell’illuminazione, dei sistemi di condizionamento o del sistema di sorveglianza.
Nonostante il fenomeno sia relativamente recente, il mercato degli smart building nel 2022 valeva già più di 78 miliardi di dollari e si stima che crescerà con un CAGR del 12,3% nei prossimi anni, arrivando a valere 247 miliardi di dollari nel 2032. In Italia, come riporta il Sole 24 ore, “considerando l’intera filiera dell’edificio intelligente, sono 350mila le aziende impiegate (dalla progettazione alla fornitura di know how e servizi, sino ai prodotti), per un fatturato di 130 miliardi, 626mila posti di lavoro e un valore aggiunto generato di 40 miliardi di euro”.
Le tecnologie abilitanti sono numerose. Prima di tutto l’IoT, con sensori di temperatura, di presenza, di illuminazione e videocamere di sorveglianza. Poi l’intelligenza artificiale, fondamentale per gestire l’automazione, ottimizzare l’uso degli spazi e gestire ogni singolo ambiente a seconda del numero di persone presenti. Parlando di IA, non si può non citare il cloud, che è alla base delle soluzioni di intelligenza artificiale.
Il collante di tutto è la connettività. Si possono avere a disposizione i sensori più evoluti sul mercato e il miglior BIM (Building Information Modeling – il software che gestisce l’edificio intelligente), ma senza una rete, sia cablata sia wireless, tutta questa tecnologia è fondamentalmente inutile.
L’infrastruttura di rete negli smart building
Idealmente, un edificio smart dovrebbe disporre sia di connessioni cablate, sia di connessioni senza fili, per garantire il massimo delle prestazioni e della versatilità in ogni situazione. Probabilmente, sarà necessario prevedere più sottoreti: una dedicata ai sistemi di videosorveglianza, una seconda alla gestione di riscaldamento e illuminazione, una terza per offrire connettività agli ospiti e via dicendo.
È importante che queste reti siano separate fra loro, per ridurre i rischi informatici, e che offrano prestazioni adeguate. La sensoristica non richiede grandi velocità di trasferimento, ma è fondamentale che la latenza sia minima: se le luci si accendono due secondi dopo il passaggio delle persone, il sistema non darà grandi benefici.
Al contrario, le videocamere possono impegnare molta banda, in particolare quando sono numerose e ad alta definizione. È quindi fondamentale dotarsi di access point e ripetitori in grado di offrire elevate prestazioni, puntando su dispositivi con supporto Wi-Fi 6 e possibilmente Wi-Fi 6E.
L’offerta di Cambium Networks è ampia sotto questo profilo, e nel portafoglio dell’azienda si trovano svariati switch e access point (anche da esterno) in grado di soddisfare queste necessità. Il punto di forza dell’offerta di Cambium Networks è il sistema di gestione ONE Network, uno strumento che permette di gestire da un’unica interfaccia tutti i dispositivi dell’infrastruttura ovunque ci si trovi, anche da remoto. ONE Network consente di ottenere esperienze online eccellenti con meno risorse e personale IT, garantendo il miglior TCO nella sua categoria.