Rinnovabili e connettività: per una decarbonizzazione di successo bisogna investire sull’infrastruttura di rete

Di Cambium Networks

L’Italia corre veloce sulla sua strategia di decarbonizzazione del sistema energetico. L’ambizioso piano prevede il phase out dal carbone entro il 2025, fatto che impone ingenti investimenti sulle energie rinnovabili. Secondo le analisi di Terna, serviranno 40 GW di nuova capacità FER, che prevalentemente arriveranno da fotovoltaico ed eolico. Terna, sotto questo profilo, sta procedendo con la realizzazione di due opere strategiche per il Paese: Adriatic Link e soprattutto Tyrrhenian Link. Il primo è un cavo di circa 250 km che faciliterà gli scambi di elettricità fra Marche e Abruzzo, mentre il secondo è un progetto ancora più ambizioso. Parliamo di un doppio cavo sottomarino lungo poco meno di 1.000 km (970, per la precisione) con una capacità di 1.000 MW che collegherà Sardegna, Sicilia e Campania.

Quest’ultimo avrà un ruolo fondamentale nei progetti di decarbonizzazione del sistema energetico, dato che migliorerà la capacità di scambio elettrico e permetterà di sfruttare in maniera più efficiente i flussi di energia generata da fonti rinnovabili, contribuendo alla loro diffusione.

Energia da fonti rinnovabili: un tema complesso

Le energie da fonti rinnovabili giocheranno un ruolo chiave nella transizione ecologica, ma pensare che sia sufficiente collegare alla rete nuovi pannelli fotovoltaici o pale eoliche per sostituire le fonti fossili è troppo semplicistico. Le rinnovabili sono infatti caratterizzate dalla scarsa prevedibilità: ci sono dei momenti in cui producono al massimo del loro potenziale e altri dove invece la produzione è pari a zero (è il caso del fotovoltaico durante le ore notturne o nelle giornate scarsamente assolate). È quindi necessario dotarsi di tecnologie in grado di gestire al meglio l’infrastruttura energetica per gestire picchi positivi e negativi, evitando da un lato di sovraccaricare la rete con troppa energia (che porterebbe a danni agli apparati e interruzioni dell’erogazione del servizio), dall’altro di “sprecare” l’energia generata perché non si è stati in grado di modulare adeguatamente il carico derivante da fonti fossili (gas in primis), che a oggi non possono essere eliminate del tutto. Per farlo, sono fondamentali tecnologie e connettività.

Il ruolo della tecnologia nella gestione della rete elettrica

Con le fonti di energia fossili è relativamente semplice gestire il carico della rete, aumentando e diminuendo la potenza erogata in relazione alla richiesta energetica. Questo perché l’output di una centrale a gas o carbone è estremamente prevedibile. Al contrario, il rendimento dei pannelli fotovoltaici o delle turbine eoliche varia costantemente, anche nell’arco di pochi minuti. Per questo servono degli strumenti in grado di prevedere la produzione minuto per minuto e adeguarla in tempo quasi reale alle necessità della rete elettrica, coordinando le numerose fonti di approvvigionamento nell’ottica di minimizzare la produzione di CO2.

Ma quali sono le tecnologie coinvolte? Nel caso dei parchi solari o eolici si tratta di stazioni meteorologiche per prevedere il meteo nello specifico punto, server edge per elaborare i dati in locale e poi inviarli al cloud, oltre a sistemi di videosorveglianza utili sia per abilitare scenari di manutenzione predittiva, sia per controllare gli accessi ai siti produttivi. E, ovviamente, tutti questi apparati dovranno essere connessi a Internet. Cosa non sempre facilissima quando i campi eolici/fotovoltaici si trovano in zone remote e difficilmente accessibili, se non addirittura off-shore.

Le soluzioni Cambium Networks

Cambium Networks ha maturato anni di esperienza nella connettività wireless ed è in grado di supportare anche le esigenze più stringenti, sia con dispositivi per creare ponti radio e raggiungere così zone remote, dove sarebbe economicamente sconveniente portare la fibra ottica, sia con dispositivi per connettere in maniera sicura e affidabile i dispositivi della rete interna, come i sistemi di sorveglianza, i sensori IoT, i server locali.

La gamma di dispositivi PTP cnWave, per esempio, può portare dati sulla frequenza dei 60 GHz alla velocità massima di 7,6 Gbps, risultando una soluzione ideale per connettere, gli impianti eolici off-shore. I dispositivi della serie cnReach, invece, nascono per il mondo industriale e permettono di connettere in maniera sicura sensori, sonde e macchinari industriali. Parliamo in questo caso di comunicazioni a bassa velocità, che però risultano più che sufficienti per trasportare i pochi kb di informazioni generate dai dispositivi Internet of Things. I più classici access point di Cambium Wi-Fi 6 o 7, infine, potranno essere utilizzati per trasferire i dati generati dalle videocamere di sorveglianza.

Published Agosto 6, 2024
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